venerdì 15 settembre 2017

Quanto può valere una fotografia? Chi ha comprato Rhein II di Andreas Gursky ne sa qualcosa.



Le opere fotografiche si distinguono spesso per il loro valore economico. Questo dipende dalle loro dimensioni, dal fotografo che le ha scattate e dal mercato mondiale. A volte, però, il loro prezzo supera davvero ogni immaginazione. È il caso di Rhein II, fotografia scattata da Andreas Gursky.




Andreas Gursky: è sua la foto più pagata della storia


Andreas Gursky, nato a Lipsia nel 1955, è considerato uno dei più importanti fotografi al mondo. Figlio d'arte, non poteva che prendere questa strada. Comincia gli studi vicino a Essen, tra il 1978 e 1981, con il maestro Otto Steiner. Successivamente frequenta l’Accademia di Belle Arti a Düsseldorf dove la sua produzione è fortemente influenzata dai maestri fotografi Bernd e Hilla Becher. La coppia, a partire dagli anni ‘60, ha dato avvio a una produzione di tipo documentaristico, sui cambiamenti di un’epoca, occupandosi soprattutto di edifici in lista per la demolizione e concentrandosi su quello che era stato il loro utilizzo in passato. Gursky mostra un simile approccio, ma su grande scala. Quasi tutte le sue fotografie sono vedute panoramiche, dove le figure umane non vengono mai riprese da vicino. In questo modo il fotografo si fa narratore esterno della “storia”.
Le sue immagini possono essere quasi considerate degli studi sociologici sulla cultura di massa. I soggetti ricorrenti nella sua opera sono, infatti: il mondo contemporaneo, consumistico e tecnologico, costituito da enormi edifici industriali, aeroporti, banche, alberghi, magazzini, serate rave ed eventi sportivi.

Rhein II

Gursky è famoso anche per un altro motivo: la foto intitolata Rhein II. Questa visione del fiume Reno, lunga tre metri e mezzo, è stata battuta all’asta da Christie’s nel 2011 per la ciclopica somma di 4,3 milioni di dollari, la più costosa della storia.
La domanda sorge spontanea, a cosa è dovuto il gran valore?
Sicuramente le notevoli dimensioni contribuiscono, anzi, sono fondamentali per ampliare la sensazione di essere immersi nei luoghi rappresentati.

Il grande valore attribuito alla sua opera non è solo materiale. Infatti, c’è di più: il fotografo definisce Rhein II un non-luogo, un paesaggio privo di connotati, una metafora sul significato della vita.

Fonte foto: facebook.com/artpeople1/


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