mercoledì 1 novembre 2017

Shooting War: Franco Pagetti racconta la guerra

Si chiama Shooting War ed è un piccolo documentario della sola durata di 23 minuti dedicato alla guerra in Iraq. Qui la guerra è spiegata per mezzo del grande lavoro di reportage di Franco Pagetti, fotoreporter conosciuto a livelli internazionali. Pagetti ha così ricostruito, insieme alla regista, alcuni dei momenti più tragici del conflitto iracheno.


Shooting War: la guerra vista secondo Franco Pagetti


Attraverso tre foto scattate in tre diversi momenti del conflitto, il reporter racconta il mondo che si nasconde dietro ad ognuna, ricostruendo gli attimi precedenti e successivi allo scatto. Le tre foto diventano così la giusta occasione per raccontare quegli orrori della guerra che quasi mai vengono a galla dai trafiletti dei giornali. Inoltre, la regista ne approfitta per soffermarsi sull’importanza del lavoro di ogni fotoreporter, che nelle zone di guerra rischia ogni giorno la vita per portare alla luce la verità. Chiaramente il lavoro di Pagetti è molto più ampio: presente in Iraq dal 2003 al 2008, sono tantissime le foto che vanno a comporre il progetto del fotografo. Per il documentario, Franco Pagetti ha, forse, scelto quelle a cui lui era più affezionato, le tre foto che meglio di altre rappresentano uno dei conflitti più tragici della nostra storia contemporanea. Presentato al Tribeca Film Festival 2017, nella categoria Short, Shooting War ha conquistato i favori della critica e del pubblico, mettendo in risalto il lavoro di un grande fotografo italiano che da anni lavora a New York per grandi testate giornalistiche dal calibro di Time,  The New Yorker e The New York Times.

Tutti i confini ci attraversano: la mostra di Franco Pagetti


Ma se Shooting War da solo non basta a esprimere appieno la potenza espressiva del lavoro in trincea di questo fotoreporter, allora non resta che recarsi al CMC – Centro Culturale di Milano, dove, fino al 21 dicembre, è in mostra una sua personale: Tutti i confini ci attraversano. Potrete vedere esposte alcune delle sue foto migliori, scattate nel corso della sua lunga carriera da fotoreporter. Dagli scatti sulla guerra in Iraq si passa così alla guerra in Siria, uno dei suoi ultimi progetti. Stiamo parlando di The Veils of Aleppo, dove Pagetti ha cercato di rivoluzionare il mondo del reportage fotografico: non più armi e morti, ma le numerose tende colorate dei campi profughi che il fotografo ha incontrato durante il suo peregrinare in quel territorio devastato dalla guerra. Il tutto nasce da una riflessione sull’utilizzo di questi “veli”: se prima le tende servivano a proteggere la privacy di chi le abitava, ora sono fondamentali per fare da scudo contro i cecchini.

Per vie traverse e “velate”, Pagetti continua, quindi, a rappresentare metaforicamente la tragedia della guerra.

Francesco Lodato








Fonte foto: facebook.com/newoldcamera/
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