venerdì 10 novembre 2017

False verità: le scomode opere di Alison Jackson

Ieri sera a Camera – Centro italiano per la fotografia, si è tenuto un incontro con la fotografa e artista Alison Jackson che, in questa occasione, ha raccontato il suo lavoro, dagli albori fino ad oggi, portando molti esempi visivi e aneddoti divertenti o meno, su ciò che le è successo a causa dei suoi lavori considerati irriverenti.

Alison Jackson: fotografa e artista



L’incontro è iniziato con il critico Luca Beatrice che si chiedeva come distinguere una fotografia di tipo documentaristico da una fotografia d’arte. Volendo, le foto di Alison sembrano essere entrambe le cose, ma guardandole più da vicino si capisce che il messaggio veicolato è: “tutto ciò che noi vediamo è falso”, l’immagine non rappresenta mai la realtà al cento per cento, essa viene comunque filtrata da sguardi di terzi. Per quanto riguarda la Jackson, lo studio dei progetti e la scelta dei soggetti è molto importante. Quando si arriva allo scatto la maggior parte del lavoro è stato compiuto.
Quello che lei fa è ricostruire delle situazioni reali o verosimili e presentarle per scuotere le coscienze di chi le guarda. La campagna su Trump è stata realizzata e mostrata prima delle elezioni proprio con questo intento.
Alison, spiega che, con l’arrivo dei social, il suo lavoro è diventato ancora più importante perché proprio grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, è riuscita a raggiungere più di un milione di persone con i suoi scatti.
Molti sono i personaggi ritratti nelle sue fotografie e video, dalla Regina Elisabetta in bagno o mentre addestra i suoi cani che non le danno ascolto, a Bush che tenta di risolvere il cubo di rubik e, ancora, Marilyn che amoreggia alla finestra con JKF. Quasi tutti i suoi lavori sembrano scatti rubati, proprio per simulare quelli dei paparazzi che rincorrono le celebrità.

Dagli esordi ai  primi problemi



Durante gli anni del college di Alison, la monarchia inglese è stata scossa da un grave incidente, la morte di Lady Diana, l’artista inglese ha deciso di presentare un progetto su di lei, su come sarebbero andate i fatti se non fosse morta, una delle immagini più celebri è quella in cui è ritratta con Dodi Al-Fayed mentre tiene un bambino in braccio. Su questo tema ha realizzato un film che purtroppo nessuno ha mai visto a causa della censura. Ma molte altre sono le difficoltà del suo lavoro, nella conferenza, ha raccontato che la ricerca per il sosia di Trump è stata estenuante, perché, in primo luogo, chi fa questo tipo di provino non sa bene cosa si deve aspettare, addirittura un signore si è rifiutato di farsi tagliare la barba sperando comunque di poter essere pagato e, in secondo luogo, ricercare la persona giusta è tutta questione di dettagli.
Non tutti gli aneddoti sono divertenti, difatti quando ci è stata data la possibilità di fare delle domande, a quella: “hai mai avuto qualche problema?” La riposta è stata: “sempre”. Ad esempio, dopo l’attacco alle Torri Gemelle Alison è stata scortata dall’antiterrorismo o ancora quando si occupava di Tony Blair, lei e la sua troupe, sono stati aggrediti dalla polizia.




Probabilmente la causa di tutti questi tumulti è che l’attività della Jackon è importante sia per il mondo dell’arte sia  per quello della politica e per questo durante tutta la conferenza la fotografa ha sottolineato che nel suo lavoro vuole simulare scene di vita privata senza diffondere delle bufale, per far capire che l'immagine ha il potere di trasformare in realtà ciò che ritrae.

Trump alla scrivaniaTrump e il KKKQueen
Foto scattata durante l'incontro con Alison Jackson
Lady D e Dodi Al-FayedMarilyn e JKF









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