mercoledì 8 novembre 2017

Le disordinate geometrie interiori di Francesca Woodman

Premiato al Tribeca Film Festival nel 2010, The Woodmans è forse il film che meglio rappresenta la vita di Francesca Woodman, giovane fotografa americana morta suicida nel 1981. Ascoltando le parole dei genitori e di chi l’ha conosciuta, il regista C. Scott Willis cerca di tracciarne un identikit, che, però non riesce ad essere soddisfacente: comprendere la personalità di questa giovane fotografa risulta un’impresa assai difficile, considerata la sua grande complessità. Come tanti suoi coetanei, Francesca soffriva il “disagio di vivere”, proprio di tutte le personalità sensibili. Un’inquietudine che però nel tempo è peggiorata fino all’episodio finale: il suicidio.

Francesca Woodman: la biografia


Francesca Woodman era una figlia d’arte: suo padre è un pittore e sua madre una ceramista. La ragazza, quindi cresce totalmente immersa in un ambiente artistico che le fornisce molti spunti per sviluppare un proprio talento. Aiutata dal padre, la ragazzina sviluppa i suoi primi negativi in camera oscura all’età di 13 anni: in lei  sta nascendo quel talento artistico che segnerà poi la sua breve vita adulta. Molto interessante è il suo rapporto con l’Italia e il suo panorama artistico. Francesca conosce bene l’Italia: da bambina ha vissuto per un periodo a Firenze e a fine anni ’70 vi torna per un altro lungo periodo. Dopo l’Accademia di Belle Arti a Providence, la giovane Woodman arriva a Bologna. Corre l’anno 1977, un periodo duro (poi denominato “di piombo”), famoso per i violentissimi scontri tra gli studenti e la polizia. Però è anche un periodo di grande fermento artistico: Francesca comincia a frequentare molti degli ambienti pittorici bolognesi, inserendosi appieno nel clima artistico della città.  Nello stesso anno, a Bologna, apre la libreria Maldoror, un luogo quasi surreale, dove tra libri e quaderni antichi la giovane fotografa trova l’ispirazione giusta per le sue foto. Francesca la visita ogni giorno, trasformando la libreria in una vera e propria fonte d’ispirazione.

Francesca Woodman: le opere


L’anno dopo espone le sue prime opere proprio lì, tra gli scaffali antichi del locale bolognese. Il suo percorso artistico continua a New York, dove la fotografa si trasferisce nel 1980: Francesca continua nella sua ricerca artistica, scattando e sviluppando da sé le proprie fotografie. Spesso fotografa nudi e realizza autoritratti. Queste nuove opere vanno a comporre la sua seconda esposizione: The Swang Song, il canto del cigno. Tutta la sua produzione andrà poi a confluire nell’unica collezione fotografica da lei pubblicata: Alcune disordinate geometrie interiori. Due mesi dopo si suicida lanciandosi da un palazzo. Aveva solo 22 anni. Oggi è solo grazie al proprietario della libreria Maldoror se l’arte della Woodman vive: detentore di alcuni dei suoi numerosi scatti, l’anziano libraio li mette a disposizione per mostre ed espozioni. Le foto di Francesca Woodman, nella loro semplicità, trasmettono una grande inquietudine, un assaggio, forse, del malessere che affliggeva da tempo la ragazza. Per anni Francesca Woodman è riuscita a canalizzare il suo malessere nella fotografia, un’emozione profonda e inconscia che ha trasformato in suoi scatti in vere e proprie opere d’arte. Evidentemente, quel giorno grigio a New York, non ce l’ha più fatta, mettendo fine alla sua giovane vita e privando il mondo della sua grande arte.

The Woodmans



Il titolo del documentario di Willis fa riferimento a tutta la famiglia, The Woodmans, ma è sicuramente Francesca la protagonista. Le parole dei suoi familiari non fanno altro che ricordarla: neanche loro, dotati di una spiccata sensibilità, sono riusciti a comprendere a fondo il suo malessere. La pellicola è impreziosita dai vari filmati che Francesca era solita registrare nel corso delle sue messe in scena per gli scatti o durante brevi momenti felici di vita quotidiana. Le parole dei suoi familiari e amici scorrono insieme alle sue fotografie e ad alcuni frammenti di diario. In soli 4 anni, dal 1977 al 1981, Francesca Woodman ha segnato per sempre il mondo della fotografia, influenzando il mondo di fotografare di tutta la generazione artistica successiva. La corrente femminista dell’epoca l’ha eletta a simbolo dell’emancipazione femminile e della liberazione del corpo e per anni la critica si è interessata al suo lavoro. Chissà cosa avrebbe concepito se solo fosse vissuta più a lungo.


Francesco Lodato


autoritratto

autoritratto

autoritratto























Fonte foto: facebook.com/Francesca-Woodman-17742734946/

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