Le opere fotografiche si distinguono spesso per il loro valore economico. Questo dipende dalle loro dimensioni, dal fotografo che le ha scattate e dal mercato mondiale. A volte, però, il loro prezzo supera davvero ogni immaginazione. È il caso di Rhein II, fotografia scattata da Andreas Gursky.
Andreas Gursky: è sua la foto più pagata della storia
Andreas Gursky, nato a Lipsia nel 1955, è considerato uno dei più importanti fotografi al mondo. Figlio d'arte, non poteva che prendere
questa strada. Comincia gli studi vicino a Essen, tra il 1978 e 1981, con il
maestro Otto Steiner. Successivamente frequenta l’Accademia di Belle Arti a
Düsseldorf dove la sua produzione è fortemente influenzata dai maestri
fotografi Bernd e Hilla Becher. La coppia, a partire dagli
anni ‘60, ha dato avvio a una produzione di tipo documentaristico, sui
cambiamenti di un’epoca, occupandosi soprattutto di edifici in lista per la
demolizione e concentrandosi su quello che era stato il loro utilizzo in
passato. Gursky mostra un simile approccio, ma su grande scala. Quasi tutte le
sue fotografie sono vedute panoramiche, dove le figure umane non vengono mai
riprese da vicino. In questo modo il fotografo si fa narratore esterno della
“storia”.
Le sue immagini possono essere quasi considerate degli
studi sociologici sulla cultura di
massa. I soggetti ricorrenti nella sua opera sono, infatti: il mondo
contemporaneo, consumistico e tecnologico, costituito da enormi edifici
industriali, aeroporti, banche, alberghi, magazzini, serate rave ed eventi sportivi.
Rhein II
Gursky è famoso anche per un altro motivo: la foto
intitolata Rhein II. Questa visione del fiume Reno, lunga tre metri e mezzo, è
stata battuta all’asta da Christie’s nel 2011 per la ciclopica somma di
4,3 milioni di dollari, la più costosa della storia.
La domanda sorge spontanea, a cosa è dovuto il gran
valore?
Sicuramente le notevoli dimensioni contribuiscono,
anzi, sono fondamentali per ampliare la sensazione di essere immersi nei luoghi
rappresentati.
Il grande valore attribuito alla sua opera non è solo materiale.
Infatti, c’è di più: il fotografo definisce Rhein II un non-luogo, un paesaggio privo di
connotati, una metafora sul significato della vita.
Fonte foto: facebook.com/artpeople1/
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