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martedì 6 febbraio 2018

L’enciclopedia della vita: le opere su "larga scala" di Andreas Gursky

Inaugurata il 25 gennaio 2018, la retrospettiva dedicata ad Andreas Gursky sta avendo un grande successo: merito delle bellissime opere che la Hayward Gallery di Londra ha deciso di esporre all’interno dei suoi spazi e che il pubblico potrà ammirare fino al 22 aprile. Quella di Andreas Gursky è stata una grande carriera artistica, un lungo periodo creativo in cui il fotografo si è distinto per il suo particolare modo di descrivere il mondo che lo circonda. Una vera e propria missione, definita dallo stesso artista una sorta di enciclopedia della vita: un maestoso progetto composto da scatti ritraenti gli effetti dell’economia globale sulla nostra società moderna, resi ancora più “forti” dalla precisa scelta stilistica di stampare esclusivamente su “larga scala”. La "grandezza" di Andreas Gursky, però, non termina qui: l’artista guida l’osservatore attraverso dettagli che conferiscono un senso (politico e sociale) all’intera immagine, una vera e propria narrazione per immagini che riflette sulle conseguenze (quasi sempre nefaste) della globalizzazione.

Andreas Gursky: il porto di Salerno


Una delle foto più importanti presenti all’Hayward Gallery è sicuramente quella scattata al porto di Salerno nel 1990. È questa la foto a cui Andreas è più affezionato, perché ha segnato un vero e proprio punto di svolta nella sua carriera: è da questo momento in poi che l’artista ha compreso quanto la fotografia potesse diventare un potente mezzo per riflettere sullo stato economico e attuale della società moderna. Senza buonismi e tanti giri di parole, Andreas Gursky è riuscito a evidenziare gli effetti e le gravi conseguenze della nostra economia globale.

«Ero sopraffatto da quello che vedevo: la complessità dell’immagine, l’accumulo di merci, le macchine, i container. Non ero sicuro che la foto avrebbe funzionato. Mi sono solo sentito costretto a scattarla. Era pura intuizione. Solo quando sono tornato a casa ho capito ciò che avevo. Ho visto immediatamente quel pattern, quella densità pittorica, quell’estetica industriale. Questa immagine è diventata per me un pezzo importante, un punto di svolta».


Andreas Gursky: le opere della retrospettiva all’Hayward Gallery di Londra



Oltre a questa maestosa foto, fino al 22 aprile potrete ammirare alcune delle immagini più belle dell’artista, scattate tra gli anni ’80 e 2000: sessanta fotografie, ritraenti grandi raduni di massa, mastodontici complessi industriali, rave party (May Day IV, 2000/2014)  e case popolari la cui vastità sembra non avere mai fine.(Montparnasse, 1993). Insomma, questa è sicuramente una di quelle retrospettive che non potete perdervi: le immagini di Gursky sono permeate da una grande forza espressiva che invita l'osservatore a riflettere sulla grave situazione economica e sociale con cui ogni giorno egli si confronta, senza (forse) darle il giusto peso.

Francesco Lodato

Il porto di Salerno, Andreas Gursky, 1990

Supermercato di Andreas Gursky

una discarica di copertoni immortalata da Andreas Gursky

case popolari immortalate da Andreas Gursky



venerdì 15 settembre 2017

Quanto può valere una fotografia? Chi ha comprato Rhein II di Andreas Gursky ne sa qualcosa.



Le opere fotografiche si distinguono spesso per il loro valore economico. Questo dipende dalle loro dimensioni, dal fotografo che le ha scattate e dal mercato mondiale. A volte, però, il loro prezzo supera davvero ogni immaginazione. È il caso di Rhein II, fotografia scattata da Andreas Gursky.




Andreas Gursky: è sua la foto più pagata della storia


Andreas Gursky, nato a Lipsia nel 1955, è considerato uno dei più importanti fotografi al mondo. Figlio d'arte, non poteva che prendere questa strada. Comincia gli studi vicino a Essen, tra il 1978 e 1981, con il maestro Otto Steiner. Successivamente frequenta l’Accademia di Belle Arti a Düsseldorf dove la sua produzione è fortemente influenzata dai maestri fotografi Bernd e Hilla Becher. La coppia, a partire dagli anni ‘60, ha dato avvio a una produzione di tipo documentaristico, sui cambiamenti di un’epoca, occupandosi soprattutto di edifici in lista per la demolizione e concentrandosi su quello che era stato il loro utilizzo in passato. Gursky mostra un simile approccio, ma su grande scala. Quasi tutte le sue fotografie sono vedute panoramiche, dove le figure umane non vengono mai riprese da vicino. In questo modo il fotografo si fa narratore esterno della “storia”.
Le sue immagini possono essere quasi considerate degli studi sociologici sulla cultura di massa. I soggetti ricorrenti nella sua opera sono, infatti: il mondo contemporaneo, consumistico e tecnologico, costituito da enormi edifici industriali, aeroporti, banche, alberghi, magazzini, serate rave ed eventi sportivi.

Rhein II

Gursky è famoso anche per un altro motivo: la foto intitolata Rhein II. Questa visione del fiume Reno, lunga tre metri e mezzo, è stata battuta all’asta da Christie’s nel 2011 per la ciclopica somma di 4,3 milioni di dollari, la più costosa della storia.
La domanda sorge spontanea, a cosa è dovuto il gran valore?
Sicuramente le notevoli dimensioni contribuiscono, anzi, sono fondamentali per ampliare la sensazione di essere immersi nei luoghi rappresentati.

Il grande valore attribuito alla sua opera non è solo materiale. Infatti, c’è di più: il fotografo definisce Rhein II un non-luogo, un paesaggio privo di connotati, una metafora sul significato della vita.

Fonte foto: facebook.com/artpeople1/