Diventato famosissimo per i suoi numerosi reportage di
guerra, Donald McCullin è sicuramente uno dei fotografi più apprezzati del
panorama mondiale. In onore del suo grande e tormentato lavoro fotografico i
registi David e Jacqui Morris hanno realizzato nel 2013 McCullin, un affascinante documentario che ripercorre i 30 anni di
carriera del fotografo. È lo stesso McCullin ha raccontarsi in 91 minuti di
pellicola.
McCullin: il film di una vita
Non sono stati certo 30 anni facili per Donald McCullin, fotografo che quasi per vocazione ha scelto fin da
subito di rappresentare la violenza in tutte le sue sfaccettature, dalle bande
di quartiere alla tragedia della guerra. Un lavoro difficile e pericoloso che
spesso lo ha portato in trincea, dove ha rischiato la vita più volte. Basti
pensare a un episodio risalente al 1968 quando fu proprio la sua Nikon a
salvarlo da un proiettile volante. Nato
a Finsbury Park, uno dei quartieri
più malfamati di Londra, il suo destino è segnato quanto quello dei suoi coetanei e
vicini di casa, che si riuniscono in bande di quartiere dandosi alla
macchia e a soli 14 anni perde il padre, evento che lo sconvolge profondamente. Alle scorribande, però, Donald preferisce la fotografia, un mondo
nuovo che gli permette di cambiare definitivamente la rotta della sua vita. Nel
1958 Don pubblica la sua prima fotografia: il ritratto di una banda di strada,
intitolata The Guv’nors e pubblicata
dal giornale britannico The Observer.
Comincia così il percorso lavorativo del giovane fotografo, impegnato in un’indagine
a tutto tondo sulla violenza e le sue conseguenze.
La cruda realtà del Vietnam
Corrono gli anni ’60, periodo duro per ogni giovane
americano, costretto a partire per la guerra in Vietnam. Don McCullin non resiste
e decide raggiungere i suoi cugini d’oltre oceano: vuole vedere con i suoi
occhi quello che succede davvero laggiù. È in questa occasione che nascono alcune delle foto più belle e affascinanti
del fotografo, talmente toccanti da costringere più avanti il governo
britannico a impedirgli di partire per le Isole Falckland nel 1982: la sua
presenza sul territorio e le sue foto avrebbero portato a galla verità che l’occidente
non doveva conoscere. Ma torniamo al Vietnam: a differenza dei suoi colleghi,
Don sa che non basta limitarsi all’osservazione per comprendere appieno ciò che
sta immortalando. Senza pensarci troppo, in più occasioni il giovane fotografo abbandona
la sua macchina per correre in aiuto di qualche soldato ferito. Queste azioni
eroiche gli permettono di conquistare la fiducia dei soldati. Don vive con loro
e in mezzo a loro, quasi in completa simbiosi. Questa vicinanza gli permette di
realizzare scatti insoliti, pianificati a tavolino: le foto di McCullin comunicano grande empatia, caratterizzata
da una grande composizione scenica. Come
il Marine americano che guarda con
aria assente da una finestra di una casa abbandonata, in cui è ancora presente
la foto ricordo della famiglia che vi abitava prima.
L’impatto emotivo è diretto: la guerra non può portare altro
che desolazione. Una desolazione che si insinua nell’animo del fotografo, che perde
la ragione fino a sfiorare la pazzia. Ormai la guerra lo ha segnato
profondamente e niente sarà più come prima. Alla stregua di altri grandi
fotografi di guerra, che come lui hanno visto in faccia la morte, in questi
ultimi anni Don McCullin ha preferito dedicarsi a tutt’altro tipo di fotografia:
come Salgado, anche McCullin ha
optato per la fotografia naturalistica, una via che gli ha permesso di ritrovare
la calma perduta in 20 anni di violenza continua. Non c’è stato solo il Vietnam
nella vita di Don. Concluso quel periodo il fotografo ha viaggiato il mondo,
esplorando alcuni dei territori più poveri e affamati della terra.
Questo è molto altro ancora potrete ascoltarlo dal fotografo stesso che, diretto dalla mano sapiente dei due fratelli documentaristi,
mette a disposizione di tutti gli appassionati momenti di vita vissuta,
fondamentali per comprendere la sua poetica fotografica.
Francesco Lodato
Francesco Lodato
The Guv'nors, Finsbury Park, London 1958 |
Fonte foto copertina: facebook.com/McCullinFilm/
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